Che Smartphone, tablet e pc hanno cambiato la nostra vita è un dato (dis) fatto. A metterci la pulce nell'orecchio sono due recenti studi, che individuano nella tecnologia la principale fonte di stress per adolescenti e non solo.

Negli stadi più critici si percepirebbero addirittura (astinenza) vibrazioni e squilli - in realtà inesistenti - provenire dal proprio telefonino. E non si tratta di un Poltergeist. Una ossessione che spinge i possessori di questi telefoni a controllarli anche quando non servirebbe (ansia da prestazione).
In poche parole il rapporto che c'è tra l'uomo "global" e la tecnologia social in particolare, si potrebbe tradurre semplicemente in: "Mi faccio una sniffata e cinguetto". E' innegabile che passiamo almeno una/due ore al giorno su Facebook, che preferiamo gli smartphone ad una goduriosa ed ipercalorica "Carbonara", che anche l'amore ai tempi di Facebook è cambiato radicalmente e che ormai anche eventi culturali come gli Oscar ruotano intorno a uno scatto pubblicato su Instagram, o ad un "selfie" di Belen che si scaccola il naso!
Che vi sentiate chiamati in causa, o che siate tra quelli disgustati quando sono circondati da gente con il naso immerso nello smartphone, o tra quelli che pensano ci siano social di serie A e social di serie B, tra i pentiti ed i redenti, non c'è scampo comunque. La tossicodipendenza è allo stadio irreversibile. Like, commenti e tweet: non possiamo più farne a meno.
Al primo risveglio aprite gli occhi e il primo pensiero è controllare le notifiche sul profilo Facebook o su Twitter? Bene, soffrite di una "malattia" che accomuna ormai milioni di utenti: la social media addiction. Che cos’è un social media addicted? Semplice, un “drogato” da social:
- stai sempre connesso;
- posti ripetutamente sui numerosi profili sparsi in rete
- hai provato a disintossicarsi dai social network… senza riuscirci
- hai un attacco di orticaria se non può accedere a Facebook o Twitter
Il Dottor Keith L. Black spiega in un post del suo blog Everyday Healt come mai i social media riescono ad influenzarci a tal punto da diventarne dipendenti: "Tutto sta nella istantanea gratificazione che ci danno i social media: molti si sentono obbligati a condividere emozioni, pensieri ed esperienze. Il feedback di commenti, condivisioni e apprezzamenti ci spinge a farlo ancora più spesso."
Ecco una black-list per scoprire se siete/siamo realmente social media addicted
- Leggete, commentate e promuovete il blog di chiunque (anche se parla di…nulla)?
- Usate gli hashtag anche nelle email e parlando al telefono con un amico?
- Fate Check-in con Foursquare anche in bagno?
- Riuscite contemporaneamente a guardare un film di Wenders e a chattare?
- Create un account Twitter o un profilo Facebook al vostro cane e ai vostri brufoli?
- Il vostro primo pensiero del mattino è controllare i social?
- Sentite come irresistibile dare il buongiorno e la buonanotte ai vostri followers?
- Aggiornate lo stato di Facebook mentre siete con persone reali?
- Condividete tutto, anche: "oggi ho fatto tanta cacca"?
- Vi lasciate coinvolgere in attività che non vi interessano (eventi di altri utenti, ad esempio)?
- Mettete "mi piace" ai vostri contenuti e ai vostri commenti?
- Vi fotografate almeno una volta al giorno?
- Riuscite ad entrate fisicamente in 140 caratteri?
Se almeno 7 di questi punti vi rappresentano, siete/siamo ad un bivio di non ritorno, meglio cercare un bravo esorcista.
I "drogati" di Internet, che non riescono a sganciarsi dal web e spesso si limitano a vivere una vita solo virtuale sono in aumento in Italia. C’è un grande sommerso, e comunque anche i casi acuti che seguiamo nel nostro centro sono in crescita. E questo è un segnale importante”.
Afferma Federico Tonioni, responsabile dell’ambulatorio per curare gli Internet-dipendenti al Policlinico Gemelli di Roma.
E comunque, anche se io stessa ho il vago sospetto di essere una "social victim", senza abbandonarsi troppo al terrorismo della scienza, credo che i Social Media sono esattamente ciò che siamo noi. Rappresentano uno strumento importante di comunicazione intelligente se si è persone intelligenti e consapevoli. A seconda dell'uso intelligente e consapevole che se ne fa. Noi stabiliamo che tipo di strumento rappresenta e che uso farne. Noi scegliamo i nostri interlocutori con cui condividere interessi, le nostre passioni, le nostre idee, le nostre attività, e il nostro talento, qualora ce ne fosse uno. Approfondire questioni che ci stanno a cuore e divulgarle. Applicare una sorta di "onirico pudore" nell'uso dei social vuol dire anche rispettare uno strumento di comunicazione e di informazione che non è cosi scontato demonizzare, al contrario, che può rappresentare un plus per le nostre potenzialità intellettuali, non un diario personale dove vomitare "vite irrisolte". Anche a rischio di risultare meno "mainstream"!
Happy social, usare con moderazione!
Video di Jess the Dragoon, un webcomic di Zen Pencils ispirato a un monologo del comico americano Marc Maron che racconta, in due minuti, le nostre ossessioni tecnofile e le paure che ne derivano.
0 Commenti
I commenti anonimi sono sottoposti a moderazione. E' vietato inserire link cliccabili.
Anonymous comments are moderated and it's forbidden to insert clickable links.